pionieri_pooh - Stefano D'Orazio

Vai ai contenuti
pooh logo pionieri

Tutte le volte in cui sono stati i primi a fare qualcosa


IMPEGNO SOCIALE E TEMI SCOTTANTI NELLE CANZONI…

Famosi per canzoni d’amore come “Piccola Katy” e “Tanta voglia di lei”, fin dal loro esordio i Pooh hanno scritto anche molte canzoni d’impegno sociale, mostrando grande coraggio nel proporre temi assai scottanti per l’epoca in cui venivano cantati. E infatti i Pooh sono stati il primo gruppo beat-pop italiano censurato (nel 1966 per il brano “Brennero 66”).
Ecco alcuni brani sociali, coraggiosi e scottanti in ordine cronologico…
• 1966: la canzone “Brennero 66” (dall’album d’esordio “Per quelli come noi”) ha vinto il Festival delle Rose, ma fu censurata da RadioRai, che impose un titolo diverso per il festival (“Le campane del silenzio”) e la cancellazione dal testo della frase “t’hanno ammazzato quasi per gioco”. Il brano è ispirato a un fatto reale di cronaca: gli attentati in Alto Adige contro i militari della Guardia di Finanza e l’uccisione di un finanziere. I Pooh puntavano l’attenzione sui ragazzi del profondo sud mandati a fare il servizio di leva nel lontano nord, dove rischiavano di morire senza nemmeno capirne la ragione. Negli Stati Uniti Bob Dylan cantava la protesta contro la società e il Vietnam; nello stesso periodo i Pooh hanno voluto raccontare una “guerra” di casa nostra: con “Brennero 66” hanno rotto la tradizione italiana dei testi sui conflitti generazionali, incidendo la prima canzone che parlava di fatti reali e di stretta attualità.
• 1971: “Pensiero” (da “Opera prima”) parla di un uomo in galera ingiustamente per un fatto che non ha commesso.
• 1973: “Parsifal” (dall’album omonimo) è un inno alla pace con l’eroe wagneriano che getta le armi e rifiuta il suo ruolo di supereroe.
• 1973: “Io e te per altri giorni” (da “Parsifal”) parla di adulterio con un uomo e una donna che abbandonano i rispettivi coniugi per vivere insieme una nuova storia d’amore (un tema assai scomodo in quegli anni).
• 1973: “L’anno il posto e l’ora” (da “Parsifal”) descrive gli ultimi pensieri di un pilota mentre il suo aereo sta precipitando.
• 1976: “Pierre” (da “Poohlover”) parla di omosessualità, un argomento tabù in quel contesto sociale.
• 1976: “Gitano” (da “Poohlover”) denuncia il razzismo nei confronti degli zingari, la stessa discriminazione subìta oggi dagli extracomunitari.
• 1976: “Il primo giorno di libertà” (da “Poohlover”) racconta il complicato reinserimento di un detenuto nella società.
• 1976: “Tra la stazione e le stelle” (da “Poohlover”) affronta il tema della prostituzione da un punto di vista psicologico.
• 1978: “Classe ‘58” (da “Boomerang”) riprende il tema di “Brennero 66” avendo ancora come protagonisti ragazzi del sud che s’interrogano sul perché si ritrovano in una caserma del nord con un fucile in mano.
• 1978: “La città degli altri” (da “Boomerang”) narra le difficoltà di chi è costretto a vivere ai margini della città e della società.
• 1978: “La leggenda di Mautoa” (da “Boomerang”) parla degli aborigeni australiani.
• 1979: “L’ultima notte di caccia” (da “Viva”) è un atto d’accusa contro il massacro degli indiani d’America compiuto dall’uomo bianco.
• 1980: “Inca” (da “Stop”) stigmatizza il genocidio del popolo Inca da parte dei conquistadores spagnoli.
• 1983: “Lettera da Berlino Est” (da “Tropico del nord”) narra, sei anni prima della caduta del Muro di Berlino, il disagio dei giovani che vivevano al di qua e al di là del muro.
• 1984: “Il giorno prima” (da “Aloha”) affronta gli orrori del disastro nucleare, raccontando il “Day Before” (sogni e azioni quotidiane della gente inconsapevole) anziché il “Day After”.
• 1985: “Asia non Asia” (dal cd omonimo) mette in evidenza il contrasto fra la cultura orientale e l’invasione elettronica occidentale in Asia.
• 1986: “Terry B.” (da “Giorni infiniti”) parla dell’omicidio compiuto dalla giovane fotomodella americana Terry Broome, che ha ucciso il playboy italiano Francesco D’Alessio.
• 1987: “Dall’altra parte” (da “Il colore dei pensieri”), scritto nell’era Gorbaciov prima della perestrojka in Russia, è un brano sui Paesi dell’est che ribadisce quanto la libertà sia un bene prezioso, osservando la gioia delle persone nel poter fare cose semplici che a noi paiono scontate.
• 1988: “Senza frontiere” (da “Oasi”) è una forte denuncia contro l’emarginazione nei confronti degli immigrati africani nel nostro paese.
• 1990: “Uomini soli” (dal cd omonimo) affronta il problema della solitudine.
• 1990: “Città proibita” (da “Uomini soli”) è ispirata alla rivolta studentesca dell’anno precedente in Piazza Tienanmen a Pechino.
• 1996: “Il silenzio della colomba” (da “Amici per sempre”) narra lo stato d’animo di chi è stata vittima di un abuso sessuale e subisce un’ulteriore violenza, in questo caso psicologica, nel dover raccontare i particolari dell’aggressione patita per ottenere giustizia. E anche del suo tentativo di un ritorno alla vita normale.
• 2000: “Buona fortuna e buon viaggio” (da “Cento di queste vite”) è la storia di una prostituta dell’est che ha il coraggio e la forza di abbandonare il marciapiede e tornare a casa.
• 2010: “Reporter” (da “Dove comincia il sole”) è dedicata alla giornalista Ilaria Alpi ed è un omaggio a tutti i cronisti che rischiano ogni giorno la vita per svolgere il proprio lavoro.


LA RIVOLUZIONE NEI LIVE…

All’inizio degli Anni 70 i gruppi italiani si esibivano dal vivo portandosi dietro solo i propri strumenti e utilizzando gli impianti audio dei club che li ospitavano, senza curarsi troppo della scarsa qualità audio di una simile prassi. I Pooh hanno cambiato il sistema mettendo in scena uno show personale curato nei minimi particolari: il loro pionierismo fu accolto malissimo (con litigi furibondi) da impresari e promoter dell’epoca che furono costretti a seguire il loro esempio, perché un concerto dei Pooh, così innovativo e spettacolare, costava esattamente quanto l’esibizione di un cantante di successo che si presentava munito solo del suo strumento.
Ecco le tappe della loro rivoluzione live…
• 1971: primo gruppo con un impianto luci professionale di proprietà.
• 1971: primi a possedere un camion (un_M90) per trasportare tutta la strumentazione (oggi possiedono svariati TIR).
• 1976: primi a possedere un palco (8 x 4 metri), che montavano nei club fra le proteste dei proprietari e degli organizzatori.
• Fine Anni 70: primi (o fra i primissimi) a tenere concerti nei teatri e nei palasport.
• 1978: primi a usare la tecnologia laser in concerto. Il raggio laser puntato verso il cielo era visibile a 30 km di distanza: spesso i Carabinieri ricevevano denunce di avvistamento di Ufo!!
• Fine Anni 70: primo gruppo italiano a possedere e usare un impianto audio (Montarbo) personalizzato con due mixer separati: uno per gli strumenti e uno per le voci. “Finalmente in un concerto si capiscono anche le parole delle canzoni” era il commento più diffuso fra la gente: i Pooh hanno avuto il merito di volere e sperimentare questa innovazione tecnologica, messa in commercio in seguito.
• La prima macchina del fumo. I Pooh costruivano in prima persona (destreggiandosi abilmente anche come falegnami, elettricisti, idraulici…) gli effetti e le scenografie dei loro live: dopo una visita a Cinecittà, dove hanno parlato e visto all’opera Rambaldi (l’inventore di E.T.) e Baciucchi (responsabile delle esplosioni nello spaghetti western), hanno realizzato la macchina del fumo spruzzando la Brillantina Linetti su un marchingegno empirico composto da un irroratore per le rose con serpentina in rame e una resistenza da scaldabagno. La brillantina, però, conteneva alcool, così assieme al fumo uscivano anche involontarie fiammate molto scenografiche: in un concerto del 1975 a Torino, un pompiere troppo zelante ha scaricato un intero estintore a polvere addosso a Stefano D’Orazio, che ha terminato la canzone completamente imbiancato (sopraciglia comprese) fra le risate della band e l’entusiasmo del pubblico che credeva fosse un effetto scenico.

I Pooh sono proprietari dei materiali usati nella loro carriera per dischi e concerti: camion, luci, impianto audio, effetti scenici… Questa enorme quantità di materiale è stata conservata negli anni: in passato dentro un gigantesco capannone a Bergamo (utilizzato anche come sala prove per i loro grandi show) e dal 1999 in uno stabile di oltre 4 mila metri quadrati a Milano, che è diventato un personale “Palazzo della Musica” con sala d’incisione munita di tecnologia avanzata e sofisticata; archivio storico; uffici (editoriali, grafici e manageriali); magazzini per strumenti, scenografie, palchi, TIR e tutte le strutture dei live.


PRODUZIONE DISCOGRAFICA, CONCERTI E RICONOSCIMENTI…

• 1971: l’album d’esordio “Opera prima” è il primo 33 giri di un gruppo italiano a ottenere lusinghieri dati di vendita (in linea con i dischi di Mina e Battisti).
• 1972: primo concerto con l’orchestra sinfonica della Scala di Milano (prima volta per i Pooh; probabilmente prima volta per un gruppo italiano).
• 1976: inizio autoproduzione con l’album “Poohlover”.
• 1984: creano le edizioni Discorso e l’etichetta Tamata.
• 1986: prima band italiana con la nomina di Cavalieri della Repubblica.
• 1986: prima band italiana rappresentata nel Museo delle Cere di Roma.
• 2001: con il loro sito internet www.pooh.it vincono il Premio WWW de "Il sole 24 Ore" per il miglior sito dell'anno nella sezione arte e cultura. Sono i primi artisti musicali a vincere questo importante riconoscimento.


SEMPRE I PRIMI A USARE LA TECNOLOGIA MODERNA…

• 1979: primo videoclip in Italia per “Io sono vivo”.
• 1983: “Tropico del nord” è il primo album italiano su compact-disc.
• 1984: primo laser-disk in Italia con “Aloha”.
• 1990: primo video ad alta definizione in Italia per “Uomini soli”.
• 1996: traccia multimediale (gratuita) sul cd “Amici per sempre”, che è stata definita la più tecnologica realizzata in Italia.


ANTESIGNANI DELL’IMPEGNO CIVILE…

• Attività no profit: alcuni esempi… Le copertine in carta riciclata di 33 giri e cd: in un periodo in cui era difficilissimo reperire carta riciclata, che infatti facevano arrivare dalla Francia. Nel 2001: il contributo per la costruzione di una scuola professionale in Madagascar per i bambini ospiti del lebbrosario di un piccolo paese del sud-est. Nel 2002: l’iniziativa “Salva la musica” per realizzare aule di musica in scuole, una per ogni regione italiana, situate in zone definite a rischio.
• Impegno per il WWF: alcuni esempi… Nel 1989 hanno devoluto l’intero ricavato del brano “Concerto per un’oasi” (stampato su vinile verde); inoltre la promozione fatta durante il tour ha favorito l’iscrizione di 15 mila ragazzi (saliti a 50 mila nei mesi successivi). Nel 1993 hanno sostenuto l’iniziativa “Riforestiamo le città” che invitava i sindaci a piantare un albero per ogni bambino che nasceva. Il “pressing” dei Pooh a favore del progetto è stato così ampio, che molti sindaci hanno piantato gli alberi la sera prima dell’arrivo dei Pooh per il concerto.
• Ambasciatori del WWF dal 1997
• Telethon: la band è sempre protagonista negli anni della maratona televisiva di beneficenza. Nel 1994 i fabbri dei Pooh hanno costruito un vagone speciale, agganciato al treno di Telethon, che arrivato nelle varie stazioni si apriva con un meccanismo idraulico e si trasformava in un palco perfettamente attrezzato per il concerto. Durante le loro esibizioni sono stati raccolti oltre 2 miliardi e mezzo di lire.
• Rock No War: i Pooh sono stati fra i primi a fare grosse operazioni finanziarie di beneficenza, utilizzando la propria credibilità artistica per ottenere fondi anche dal pubblico e dagli sponsor. Nel 1999, con i fondi raccolti durante il tour estivo, hanno costruito dieci parchi gioco per i bambini coinvolti nella guerra dei Balcani (nella speranza che giocando possano ritrovare l’anima fanciullesca martoriata dalle bombe) e li hanno consegnati personalmente in Kosovo, Bosnia, Macedonia, Serbia e Montenegro.


Torna ai contenuti